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Maderna100

100 di questi giorni, Bruno!

Programma del festival



Presentazione

Vorremmo poter dare la colpa alla situazione contingente, alla pandemia che ha funestato questo 2020 ma sappiamo benissimo quanto sarebbe stato difficile, anche in tempi migliori, per un gruppo piccolo, fuori dai canali mediatici, privo di appoggi istituzionali o politici come il Gruppo Maderna, proporci e proporre un prodotto culturale di non immediata fruizione, legato ad un compositore così poco conosciuto al grande pubblico, un compositore a volte scomodo e fortemente legato ad un periodo della nostra storia e ad un clima culturale non sempre compresi, studiati, apprezzati.

Per questo motivo, questo festival virtuale appare come l'unica strada percorribile per rendere omaggio a Bruno Maderna nel modo più sincero e affettuoso possibile.

Quando ancora la musica di Bruno Maderna poteva dirsi contemporanea, il Gruppo Maderna ha rappresentato un veicolo di diffusione e promozione di nuovi compositori, nuove musiche, sperimentazioni sonore e performance artistiche, in Italia e nel mondo.

Oggi il gruppo si riunisce, con i suoi storici membri affiancati da alcuni nuovi, per festeggiare il compositore di cui porta il nome e da cui eredita la voglia di sperimentare, di comunicare ma anche di divertirsi con la musica, di tirar fuori quell'aspetto giocoso (ma anche paradossalmente rigoroso) che la musica aleatoria porta con sé.

Al Gruppo Maderna si affianca la collaborazione del Centro Studi Musicali "Giovanni Ciuffreda", lieto di poter sostenere un'iniziativa che sarebbe sicuramente piaciuta al Prof. Ciuffreda, appassionato sostenitore della musica contemporanea e delle idee di libertà da essa espresse.

Forse il nostro Paese non ha ricordato a dovere la figura di Maderna, molto noto all'estero non solo come compositore ma soprattutto come grande direttore d'orchestra ma misconosciuto in patria.

Con questo piccolo festival virtuale vogliamo allora rendere omaggio alla memoria dell'uomo e dell'artista ed unirci al coro del "buon centesimo compleanno, Bruno!".


Giorgio Spugnesi, Direttore Centro Studi Musicali "Giovanni Ciuffreda"




Il Gruppo Maderna esegue "Serenata per un satellite"




Riflessioni su Bruno Maderna

Ricordo di Bruno Maderna “per interposta persona”
di Giulio Castagnoli

Per ragioni anagrafiche non ho potuto conoscere personalmente Bruno Maderna, che quest'anno avrebbe raggiunto il traguardo dei 100 anni: egli ci ha lasciato nel 1973, quando io entravo appena quattordicenne nella classe di Armonia e Contrappunto di Ruggero Maghini al Conservatorio di Torino. Ne tratteggio un ritratto, dunque, “per interposta persona”, ricordando quanto chi gli fu caro, e che io ho avuto la fortuna di frequentare, mi ha trasmesso.

Il primo che me ne parlò fu Renzo Dall'Oglio, compositore prestatosi poi all'organizzazione musicale (prima radiofonica e poi editoriale), il quale dalla Suvini Zerboni mi convogliò nel nuovo catalogo RCA-BMG Ariola agli inizi degli anni '90. Dall'Oglio, di soli quattro anni più giovane, padovano di nascita e veneziano di studi, era molto affezionato a Maderna: lo aveva incontrato durante i Ferienkurse di Darmstadt agli inizi degli anni '50. Maderna ne era uno dei principali organizzatori, e aveva anche favorito l'esecuzione di suoi lavori. In seguito lo aveva coinvolto nello studio di Fonologia della RAI dapprima con produzioni e, più tardi, affidandogliene la direzione dal 1959 al 1963. A distanza di molti anni, parlando di lui (e i racconti coinvolgevano non solo l'aspetto artistico ma anche il lato umano del personaggio) gli occhi di Dall'Oglio ancora si illuminavano.

Un secondo “incontro” col maestro mi capita durante il soggiorno a Berlino tra il 1998 e il '99 come compositore ospite del Senato della città e del DAAD: questa volta Maderna mi è vividamente ritratto nelle vesti di direttore d'orchestra dal mio carissimo amico Mario Bertoncini, recentemente scomparso, che fu uno dei fondatori del Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza e grande pianista della scuola romana di Rodolfo Caporali. Nella seconda metà degli anni '60, sotto la direzione di un Maderna al culmine della fama ma anche ormai malato, Bertoncini esegue per la Radio Olandese il Secondo Concerto di Bartók. Il racconto di quella esecuzione meriterebbe un piccolo saggio, e il ritratto che ne ricavai fu talmente vivido, che ho la sensazione di esser riuscito io stesso ad assistervi.

Forse, però, il mio più importante incontro con Maderna è filtrato attraverso i ricordi di Luciano Berio, con cui ho a lungo collaborato negli anni '90, che delle partiture di Maderna sottolineava l'aspetto della grafia, distinguendo i casi in cui essa funge meramente da veloce “stenografia sonora” da quelli in cui diventa mezzo distintivo di notazione per flussi temporali “altri”, regalando così forza espressiva alla pagina. Ho potuto ritrovare quest'analisi della musica di Maderna nella prima versione di Calmo (per mezzosoprano e un piccolo gruppo da camera di tredici strumenti) che Berio scrisse per ricordare l'amico appena scomparso.

Per tratteggiarne il ritratto ideale, più vicino alla sacralità di un’icona bizantina che al naturalismo rinascimentale, Berio sceglie le parole antiche, dense di rimandi simbolici, di un frammento dell’Odissea (dal XXI libro): “come un cantore/ che sa usare la cetra/ e tende calmo le corde”. Il titolo della composizione in greco suona rheidios (letteralmente senza sforzo), con la stessa radice rhe- di rhein (scorrere): tutto nasce e muore in un soffuso pp dolce e lontano a tratti interrotto da suoni echeggianti campane nella nebbia.

Il testo trascolora in musica nella stessa concezione del brano, che è principalmente armonica, cioè di equilibrio tra melodia e armonia che si generano a vicenda, confondendosi. Il tempo che tutto crea e distrugge si concretizza musicalmente in una sequenza di suoni che sembrano disegnare una spirale, quasi mistico ouroboros. Tempo e armonia sono l’uno funzione dell’altra, in una scrittura che rimanda alle differenti dimensioni entro le quali scorre tranquilla e tesa la musica: quella del reale e un tempo altro che può solo intuirsi grazie agli artifici grafici. Maderna-Ulisse fa risuonare il suo arco “con voce di rondine” (Omero), e Berio, ascoltandolo, lo ritrae in quell'attimo, poco prima che scocchi la freccia.




Bruno Maderna, Mario Marte e il Gruppo Maderna


Pittore e scultore, Mario Marte nacque a Siena nel 1941 dove ricevette la prima formazione artistica proseguita poi frequentando varie Accademie ed atelier di personalità artistiche europee.
Rimane comunque legato alla propria città per la quale dipinge il "drappellone" del Palio nel 1969 e disegna i manifesti dei concerti dell'Accademia Chigiana.
In questo contesto si contano alcuni inconti con il Gruppo Maderna per il quale concepisce un'opera d'arte figurativa che è anche un brano musicale.
Mario Marte ebbe modo di frequentare Bruno Maderna in diverse occasioni; i negativi di queste foto, di proprietà dell'artista, furono poi donati da lui stesso al Gruppo che del compositore porta il nome.
Negli ultimi anni della sua vita, l'artista si trasferì in Svizzera e si dedicò sempre più al genere delle installazioni facendo parte, anche come fondatore, del gruppo "Arte Sospesa".


Triomusica di Mario Marte, scritto per il Gruppo Maderna ed eseguito negli anni '80 con due flauti, due oboi, due clarinetti, due corni, due fagotti, nastro magnetico di Bruno Maderna e direttore.